Intervista all’Ambasciatore Alessandro su Tribuna Economica
L’Ambasciatore Antonio Alessandro parla a “Tribuna Economica” delle relazioni Italia – Vietnam. Qui di seguito l’articolo completo.
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Dopo aver efficacemente adottato l’approccio “zero casi”, tipico di diversi paesi asiatici, l’ondata epidemica che ha travolto il Paese nel maggio di quest’anno ha indotto le Autorità a cambiare strategia. “Il nuovo modello intende promuovere la convivenza in sicurezza con il virus, come avviene nei Paesi europei”.
I dati aggiornati indicano circa 1 milione e 300 mila contagi accertati, oltre 26.000 decessi, una media di 13 mila nuovi contagi al giorno. “Dopo qualche iniziale ritardo, la campagna vaccinale procede speditamente: sono state sinora somministrate 130 milioni di dosi, con il 55% della popolazione che ha completato il ciclo”. L’Italia ha donato 2,8 milioni di dosi attraverso la Covax facility, il meccanismo multilaterale per un’equa distribuzione dei vaccini nel mondo, che vede il nostro Paese tra i principali contributori.
Ambasciatore Alessandro, come si presenta oggi l’economia del Paese e quali sono le prospettive del 2022?
Nell’ultimo decennio il Pil del Vietnam ha registrato un tasso di crescita medio del 7%. Anche nel 2020 il Paese è cresciuto quasi del 3%. Nel maggio di quest’anno il Vietnam è stato colpito da una forte ondata pandemica che ha rallentato le attività economiche, ma si registrano buoni segnali di ripresa e i dati indicano una crescita del Pil nel 2021 intorno al 4%.
Il Paese ha fondamentali macroeconomici molto solidi, è bene integrato nelle catene globali del valore grazie ai numerosi accordi di libero scambio di cui è parte, continua a beneficiare di elevati flussi di investimenti diretti esteri, soprattutto dai Paesi asiatici, ed è infine ben avviato sulla strada di importanti riforme, tra cui la transizione energetica e l’industria 4.0. Gli analisti confidano in un prossimo anno molto positivo, con una crescita superiore al 6%.
Il sistema imprenditoriale italiano può continuare a dare un contributo assai rilevante alla crescita del Vietnam, che rappresenta un partner economicocommerciale di primo piano in questa parte del mondo.
Sta funzionando l’attuazione dell’Accordo di liberoscambio EU-Vietnam?
L’Accordo di libero scambio con l’Unione Europea (Evfta), entrato in vigore il 1° agosto 2020, è il più articolato mai firmato dalla Ue con un Paese emergente. Esso elimina progressivamente la quasi totalità di dazi e tariffe nel commercio bilaterale, sia per i beni che nei servizi. Si aggiungono disposizioni per la semplificazione delle procedure, la protezione delle denominazioni di origine, l’eliminazione delle barriere non tariffarie, l’innalzamento degli standard ambientali e di protezione dei lavoratori, l’accesso al procurement.
La crisi pandemica non ha consentito all’Accordo di esplicare interamente i suoi effetti sugli scambi bilaterali, che comunque sono tornati ai livelli pre-Covid. Insieme all’Unione Europea siamo impegnati in un dialogo continuo con le Autorità vietnamite per accelerare l’integrale attuazione di tutti i capitoli dell’Accordo e rimuovere le barriere non tariffarie, in particolare per i beni agroalimentari e farmaceutici.
Partenariato di sviluppo Italia-Asean: possiamo definire il Paese come “porta” per l’area?
Il Sudest asiatico sta acquisendo sempre maggiore rilievo negli equilibri internazionali. Il nostro Paese è impegnato a rafforzare le relazioni con la regione. Nel settembre 2020, durante la presidenza di turno vietnamita, l’Italia è divenuta “Partner di Sviluppo” dell’ASEAN, con un programma di lavoro in sei pilastri: sicurezza; connettività; cultura; agricoltura e ambiente; salute; cooperazione allo sviluppo e umanitaria. Intendiamo inoltre contribuire attivamente all’attuazione della nuova “Strategia dell’Unione Europea per la Cooperazione nell’IndoPacifico”.
Il Vietnam rappresenta un attore di primo piano in questo ambito. Numerose aziende italiane hanno stabilito qui la loro base produttiva per l’intera area dell’Asia-Pacifico.
Tra le iniziative che vedono un partenariato Italia – Vietnam rivolto alla regione, vorrei menzionare il “Dialogo” Italia-Asean sui temi dello sviluppo sub-regionale e in particolare il bacino del Mekong. Tale forum metterà in contatto enti e imprese di Italia e Paesi Asean per condividere esperienze e capacità nei settori rilevanti per lo sviluppo sostenibile dell’area.
Come è strutturata la presenza italiana nel Paese e quali nuove opportunità ci sono per le nostre imprese?
Il Vietnam figura tra i Paesi prioritari della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione ed è oggi il nostro primo partner commerciale tra i paesi Asean, con un interscambio intorno ai 4,5 miliardi di euro l’anno. Le principali voci delle esportazioni italiane includono il tessile, i prodotti in pelle, i macchinari e l’agro-alimentare. Nel 2020 risultavano in varie forme circa 100 imprese italiane in Vietnam, con oltre ottomila addetti.
In anni recenti il Vietnam si è dotato di strategie per sviluppare l’industria 4.0, l’aerospazio, l’intelligenza artificiale, le smart cities e i servizi digitali. Le aziende italiane devono guardare anche alle opportunità che emergono in questi settori avanzati.
A sostegno dei nostri rapporti opera una presenza articolata del Sistema Italia: oltre all’Ambasciata in Hanoi e al Consolato Generale in Ho Chi Minh City, vi sono l’Ufficio Ice, l’Aics (Agenzia di Cooperazione allo Sviluppo) e la Camera di Commercio. Vi sono inoltre specifiche professionalità, come l’Addetto Scientifico e Uni-Italia. Altri strumenti sono previsti per il prossimo futuro, tra cui l’Istituto Italiano di Cultura in Hanoi.
In questo contesto si inserisce “Italy is simply extraordinary: beIT”, la nuova campagna di comunicazione del Made in Italy promossa dalla Farnesina e dall’Agenzia ICE in 26 paesi, tra cui il Vietnam. Nel sito https://madeinitaly.gov.it/vi/be-it/ sono disponibili contenuti in lingua vietnamita sui valori e le eccellenze italiane.
Per cogliere appieno le opportunità offerte dal dinamismo vietnamita è importante assicurare una stabile presenza fisica delle aziende e delle associazioni di categoria. Ciò ancor più alla luce delle stringenti misure anti-Covid in ingresso nel Paese, che rendono difficili le brevi missioni.
Molti non sanno che esiste un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica ItaliaVietnam, con uno sguardo in particolare ai cambiamenti climatici. Può spiegarci meglio?
L’Italia è stato uno dei primi Paesi ad avviare, nel 1992, la cooperazione scientifica e tecnologica con il Vietnam. Il programma triennale in corso, concordato nel luglio 2020, prevede 11 progetti bilaterali in settori quali agricoltura, biotecnologie, cambiamenti climatici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, materiali avanzati, industria 4.0, conservazione e restauro di beni culturali. Vi sono intensi contatti tra gli ambienti accademici dei due paesi, con più di 110 intese di ricerca e mobilità.
Tra i settori in forte crescita vi è la transizione energetica. Il Vietnam ha preso degli impegni importanti alla COP26, tra cui la neutralità carbonica nel 2050. La Banca Mondiale stima in 270 miliardi di dollari gli investimenti necessari per assicurare la transizione “verde”. Il Paese dovrà ridurre l’energia prodotta da fonti fossili e incentivare le rinnovabili, con interessanti opportunità per le aziende straniere.
Come viene affrontato il tema turismo vista la situazione Covid?
Fino all’avvento del Covid19, i flussi turistici nei due sensi erano costantemente aumentati fino a raggiungere nel 2019 il numero di 65.000 presenze italiane in Vietnam e di circa 9.000 visti di turismo a cittadini vietnamiti. In attesa di poter riattivare i viaggi per turismo, siamo impegnati nella promozione presso il pubblico vietnamita della bellezza e della diversità dei territori italiani, come fatto ad esempio nei mesi scorsi con la mostra “Italian Routes”, dedicata alle montagne italiane ed ospitata presso il Museo di Belle Arti di Ho Chi Minh City ed il Museo di Etnologia di Hanoi.