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La Sede

La sede dell’Ambasciata d’Italia e della Residenza dell’Ambasciatore a Hanoi

 

L’Ambasciata d’Italia a Hanoi

La storia delle rappresentanze italiane in Vietnam è legata alla complessa vicenda del Paese indocinese. Un Consolato italiano esisteva a Saigon già dal 1869, quando il territorio era una colonia francese. Nella stessa città, nel 1950, con il riconoscimento della Repubblica del Vietnam, che l’Italia considerava l’unico governo legale dell’intero Paese, venne inagurata una Legazione, poi Ambasciata. Sono oggi persenti a Ho Chi Minh City, che molti continuano a chiamare Saigon, un Consolato Generale ed un Ufficio dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE). L’ambasciata fu chiusa con il venir meno del Vietnam del Sud nel 1975. Le relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Democratica del Vietnam, poi Repubblica Socialista del Vietnam, furono stabilite il 23 marzo 1973, dopo gli accordi di pace conclusi a Parigi da Henry Kissinger e Le Duc Tho il 27 gennaio dello stesso anno. Il primo incaricato d’affari fu nominato il 2 maggio 1975, a soli 2 giorni dalla caduta di Saigon. Ma non erano mancati precedenti contatti: il Presidente Fanfani aveva inviato nel 1965 il sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, per una missione di pace che il Presidente e leader dell’indipendenza, Ho Chi Minh, aveva molto apprezzato.

Come le altre Rappresentanze diplomatiche aperte dopo gli Accordi di Parigi, la nostra dovette sistemarsi in quello che era stato il più lussuoso albergo dell’Indocina francese, significativamente ribattezzato “Thong Nhat”, ossia unificazione. Del passato splendore conservava, forse, un po’ di quello che le Guide Michelin definivano charme désuet, ma non molto d’altro. In un’unica stanza si affollavano ai rispettivi tavoli l’Ambasciatore, il Segretario d’Ambasciata, il cancelliere, il radiotelegrafista, l’interprete vietnamita.

Dal 1988 gli uffici della Cancelleria sono alloggiati in una gradevole palazzina al numero 9 di Le Phung Hieu Street, di proprietà del Ministero degli Esteri vietnamita. Restaurata, rimodernata e ampliata all’inizio del 2003, essa costituisce un interessante esempio dell’architettura francese dell’epoca coloniale.

 

Casa Italia (ex Residenza dell’Ambasciatore d’Italia ad Hanoi)

La Residenza dell’Ambasciatore d’Italia si trovava, fino alla seconda metà degli anni ‘80, fra i casamenti di Khu Van Phuc (nome poetico che significa “le mille benedizioni”, ossia un numero infinito delle medesime), che ricordano l’edilizia popolare italiana degli anni Trenta. Si trattava di un insieme di due appartamenti e di due monocamere, la cui realizzazione dell’apposita organizzazione statale ha richiesto uno sforzo di pazienza ed un po’ delle sopracitate benedizioni. Il complesso era situato al primo piano di uno di tali edifici, vantaggio non indifferente in una città sprovvista di ascensori, e che, malgrado tutto, era in grado di assolvere ai doveri di rappresentanza. Nel 1989 la sede della Residenza dell’Ambasciatore è stata spostata nella via dove e’ situata ancor oggi l’Ambasciata, Le Phung Hieu, dove e’ rimasta fino al 2012 quando e’ stata spostata nell’elegante compound Dang Thai Mai, nel quartiere di Tay Ho, sul lago occidentale. Nel 2013 l’ormai ex- residenza di via Le Phung Hieu e’ stata trasformata in “Casa Italia”, un centro di diffusione della cultura, del modo di vivere italiano e dei marchi del “Made in Italy”.

Adattato e aggiornato dal libro: “Le Ambasciate d’Italia nel mondo”, volume 5, di Mariapia Fanfani, 1984.